Mi chiamo Marco Failli, classe 1998, attualmente studente di Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Firenze.
Sono cresciuto nella periferia di Prato sotto un cielo fortemente inquinato, che non mi ha mai suscitato particolare interesse fin quando all’età di 15 anni dei cari amici di famiglia mi hanno regalato un piccolo telescopio (un Newton da 114 mm f/8, su montatura EQ1) appartenuto in passato ad un loro familiare, il regalo è stato decisamente apprezzato ed è da lì che tutto ha avuto inizio.
Dato il mio background di formazione tecnica, la voglia di capire come funzionasse e come usare lo strumento era tanta, ed è proprio ciò che ho fatto nei mesi successivi grazie all’aiuto di mio babbo e alla vastità delle informazioni reperibili in rete fornite dalla community astrofila.
Il 20 marzo 2015, ho realizzato la mia prima immagine astronomica, componendo vari scatti (realizzati in proiezione d’oculare) dell’eclisse parziale di sole avvenuta quel giorno, ed ho finalmente capito che la faccenda “astrofotografia” sarebbe potuta essere interessante da approfondire.
Di lì a poco è sorta la necessità di acquistare una montatura motorizzata per l’inseguimento del cielo (una vecchia SkyWatcher EQ6 usata) che mi ha consentito di realizzare la mia prima immagine del cielo profondo: la Nebulosa Manubrio M27.
Da quel momento è stato un crescendo, quanto più imparavo, tanto più chiedevo a me stesso ed alle mie foto, facendo prove su prove, ed avviando una continua compravendita di strumentazione per affinare il mio setup. Ad oggi la situazione non è cambiata di molto: continuo ad imparare, continuo a pretendere sempre di più dalle mie capacità, e continuo a comprare e vendere continuamente strumentazione; ma il gioco si è fatto ben più serio.
Quasi ogni notte di cielo sereno, la mia attrezzatura “danza” a lungo sul terrazzo di casa inseguendo le stelle e catturando spettacolari immagini dallo spazio. Galassie, nebulose e ammassi stellari sono i miei soggetti preferiti, che cerco ti estrapolare da quello che ormai è il cielo estremamente inquinato della città in cui vivo. Le occasioni per andare a caccia di un cielo privo di inquinamento luminoso sono purtroppo poche, ma quando questo è possibile, ciò che porto a casa non è una semplice immagine dello spazio, bensì il ricordo di come quell’immagine sia stata fatta.
Le lunghe ore di guida in auto, gli amici astrofili, il freddo, gli animali selvatici ed il cielo stellato sono gli ingredienti essenziali per fare una foto degna dello spettacolo che l’universo ci offre.